Coronavirus non ti lascia andare a casa a dormire
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Coronavirus non ti lascia andare a casa a dormire
Riassunto
Fino a trent'anni fa la frontiera italo-svizzera non era valicabile dalle ore 24 alle ore 5. Quindi tutti i residenti in Svizzera erano obbligati a rientrare prima della mezzanotte.
Con il coronavirus la Svizzera ha deciso di vietare il transito al valico dalle ore 20 alle ore 5. Una sera ritenendo che il valico fosse chiuso dalle ore 22 alle ore 5 mi presento al valico alle ore 21h30 e trovo - io che risiedo in Svizzera - il valico sbarrato e due soggetti della protezione civile che non parlano italiano. Mi si avvicinano e mi dicono "Geschlossen!". Io dico - "Ma io abito là in quella casa appena dopo la dogana." E loro mi dicono - "Non parlo italiano. Geschlossen! Torna domani 5 ore". E io dico "Ma dove vado a dormire? Devo dormire in macchina?" E loro ripetono "Geschlossen!".
Al che giro l'auto e torno in cerca di un albergo che non trovo perche tutti gli albergi in Italia sono chiusi a causa del coronavirus. Fortunatamente ho una sorella che vive in Italia. Le telefono e le chiedo se mi puo ospitare dato che non mi fanno tornare a casa mia.
Dopo, però, alle 5 della mattina, quando ho potuto rientrare, in dogana mi si avvicina una poliziotta molto gentile e io le dico: "mi avete fatto dormire in macchina questa notte!" E lei dispiaciuta mi risponde "non voglio crederci! Lei passa tutti i giorni da questa dogana, magari poteva chiamare qualcuno che la vede tutti i giorni passare che l'avrebbe fatto passare."
"Non è un problema. Mi sono reso conto che i due non potevano parlare con me visto che parlavano solo tedesco".
Sono convinto che se i due avessero compreso la lingua italiana mi avrebbero fatto passare, anche perché per un italiano che risiede in Svizzera e abita a 100 metri oltre il confine nulla ai fini del coronavirus avrebbe impedito di farmi passare.
Non ho fatto polemiche, perché quei due che stanno lì dalle 8 di sera alle 5 del mattino a vigilare il rispetto delle disposizioni non posso comprendere le problematiche di uno che non parla la loro lingua.
Con il coronavirus la Svizzera ha deciso di vietare il transito al valico dalle ore 20 alle ore 5. Una sera ritenendo che il valico fosse chiuso dalle ore 22 alle ore 5 mi presento al valico alle ore 21h30 e trovo - io che risiedo in Svizzera - il valico sbarrato e due soggetti della protezione civile che non parlano italiano. Mi si avvicinano e mi dicono "Geschlossen!". Io dico - "Ma io abito là in quella casa appena dopo la dogana." E loro mi dicono - "Non parlo italiano. Geschlossen! Torna domani 5 ore". E io dico "Ma dove vado a dormire? Devo dormire in macchina?" E loro ripetono "Geschlossen!".
Al che giro l'auto e torno in cerca di un albergo che non trovo perche tutti gli albergi in Italia sono chiusi a causa del coronavirus. Fortunatamente ho una sorella che vive in Italia. Le telefono e le chiedo se mi puo ospitare dato che non mi fanno tornare a casa mia.
Dopo, però, alle 5 della mattina, quando ho potuto rientrare, in dogana mi si avvicina una poliziotta molto gentile e io le dico: "mi avete fatto dormire in macchina questa notte!" E lei dispiaciuta mi risponde "non voglio crederci! Lei passa tutti i giorni da questa dogana, magari poteva chiamare qualcuno che la vede tutti i giorni passare che l'avrebbe fatto passare."
"Non è un problema. Mi sono reso conto che i due non potevano parlare con me visto che parlavano solo tedesco".
Sono convinto che se i due avessero compreso la lingua italiana mi avrebbero fatto passare, anche perché per un italiano che risiede in Svizzera e abita a 100 metri oltre il confine nulla ai fini del coronavirus avrebbe impedito di farmi passare.
Non ho fatto polemiche, perché quei due che stanno lì dalle 8 di sera alle 5 del mattino a vigilare il rispetto delle disposizioni non posso comprendere le problematiche di uno che non parla la loro lingua.
Data
May 29, 2020
Oggetto
public
government
Frontiera
Lingua
it
Collezione
Questo contenuto è stato inviato su 29 maggio 2020da[utente anonimo] usando il moduloCaricare un contributo sul sito “Corona-Memory.ch IT”: https://omeka.unibe.ch/s/corona-memory-it
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